Il sogno è un pendìo.
Un pendio che per qualcuno è ripido, vi precipita a velocità folle, risucchiato verso il basso dalla realtà, che nel sogno dello sciatore è la gravità.
Altri vorrebbero che fosse un pendio dolce, su cui descrivere ampie curve pigre, e potersi fermare in ogni momento.
Forse perché, tempo prima, si sono schiantati scivolando dalle pareti verticali dei loro sogni più estremi.
Io sono un sognatore dell'estremo.
Appeso a lamine affilate come le mie paure, sfido inclinazioni improbabili, percorro incredulo panorami sconvolti dalla pendenza, annullo qualche limite e ne scopro mille altri.
Ogni curva è allo stesso tempo una preghiera ed una sfida a Dio. Ogni curva mi fa esultare e mi terrorizza. Mi commuove e mi dispera.
Ci vuole coraggio a sognare.
Come lo sciatore estremo sa che ogni curva può essere l'ultima, il sognatore estremo sa che questa volta potrebbe non riaversi dopo l'impatto con la realtà.
Fare sogni estremi è estremamente pericoloso.
Chi rischia ogni volta si ripete che in fondo corre il rischio minore.
Il cinismo ed il disincanto azzerano le pendenze. Appiattiscono le montagne. Sono forze, quelle sì, spaventose.
In fondo, si dice il sognatore estremo prima di affrontare l'ennesimo salto impossibile, mentre un lieve sorriso increspa la tensione del viso,
in fondo, chi non rischia di cadere è perché è già per terra…
martedì 17 giugno 2008
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2 commenti:
bella questa, ma... non per accusarla di autoplagiuo, ma potrebbe essere che l'ho già letta o ... me lo sono sognato?
"Il sogno è un'autostrada senza caselli".
Tzè, altro che pendio.
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