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martedì 3 giugno 2008

Com'è bello fallire dall'altra parte del mondo

La mail di un'amica che, sentendosi per un giorno talmente fallita da decidere di rivolgersi a me, ha fatto si' che realizzassi quanto è bello fallire dall'altra parte del mondo.

La frase che ha scatenato la mia fantasia è stata: "E lo scrivo a lei perché so che può capire. Oggi è uno di quei giorni in cui vorrei trasferirmi dall'altro capo del mondo (hehe), con l'amara consapevolezza che fallirei anche lì".

"lei ", scortesemente scritto minuscolo, sarei io. E' che noi ci diamo del lei tra amici.

Non so se la cosa che mi ha eccitato di più sia stata il fatto che, in quel momento, sentendosi una merda, abbia subito pensato a me, sicura che io potessi capire cosa si prova, oppure l'idea di raggiungere l'altro capo del mondo per poter fallire anche lì.

Beh, fatto sta che ho realizzato in quell'istante di avere un'altra cosa di cui potermi vantare.

Quanti di voi possono sfoggiare fallimenti ai due estremi del globo?


Bene, per festeggiare questo momento metterò su Mellon Collie and the infinite sadness e mi avvilupperò nel mio letto foderato di nero attendendo che un sonno mortifero mi colga.

Buona Zelanda a tutti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah sì certo. Si chiama Casimir Effect.
Me lo ha spiegato quello di Lost.

branding walsh ha detto...

me lo spieghi?

minchia quanta ne sai.

Chiara ha detto...

Mi sono rotta i coglioni di portare pazienza.
Santa subito, per favore.