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giovedì 24 luglio 2014

ragazza n2

Giulia è una giornata di autunno.
Di quelle limpide e quasi calde che ti illudono sia estate ma la luce è diversa, più fredda e pulita e senti l'attesa del tramonto anche nelle ore più calde, ed infatti il buio arriva all'improvviso.
Io l'ho conosciuta d'estate ed ho pensato che fosse una persona estiva ma mi sbagliavo. Le piace l'estate e questo può trarre in inganno, ma secondo me è perché ne invidia il calore esagerato, quasi volesse rubargliene un po'.

Giulia è una che è facile fotografarla, dipingerla. Meno descriverla con parole ed è per questo che ho sempre pensato fosse un compito riservato a me.

Giulia è una che quando ride capisci cos'è una risata.
Sorride in tanti modi, il sorriso di cortesia, quello di sfida, quello da bambina e quello riservato a me. Ho saputo che era il mio quando non stavamo più insieme. Ci siamo incontrati per caso e parlando io ho detto una cosa banale tipo "non l'ho aperta la lettera". E lei ha fatto quel sorriso.

Giulia sa essere troppo adulta e troppo bambina nello stesso momento ed è una cosa che irrita e commuove insieme. E prima degli altri irrita e commuove lei.
Possiede una durezza che mi faceva sentire debole, anche se lei mi diceva che la mia durezza la faceva sentire debole. A volte sa essere liscia ed impenetrabile come uno specchio, a volte così fragile da farmi venire voglia di morire per lei.
Giulia è una che sa farti capire se la fai felice ed è qualcosa che ti solleva l'anima, ed è capace di farti sentire che la rendi infelice ed è una condanna. I suoi occhi sono fatti per esprimere amore ed accusa con la stessa ineluttabilità.
Quando ti dice che è fragile in realtà ti sta dominando, quando la credi inscalfibile scopri che è ai tuoi piedi.

Con Giulia è stato tutto terribilmente facile e complicato allo stesso tempo. E quello che credevamo sarebbe stato terribilmente complicato è stato facile e viceversa.

Giulia è molto bella, credo si sia capito.
Ma è una bellezza che lei vorrebbe solo fragile ed invece è anche imponente. Questo la mette a disagio ed io lo capisco, perché a volte quando si appoggiava a me quasi ci sentivamo cadere. E secondo me in quei momenti lei desiderava essere più piccola e delicata, mentre magari aveva solo bisogno di appoggiarsi a qualcuno più grande e forte. Questo pensavo io.

Però in viso lei è di una bellezza da elfo, di quella perfezione sfuggente che ti colpisce subito ma allo stesso tempo richiede osservazione per essere capita. Io ne sono stato colpito come da uno schiaffo e poi ho passato il tempo successivo ad osservarla per capirne il cambiamento. Si perché io giulia l'ho incontrata che aveva sedici anni e quella bellezza ho iniziato a spiarla prima di poterla osservare da vicino.

Poi a sedici anni è facile scambiarti per una persona estiva anche se sei autunnale.

Lei è stato il contenitore ideale per la mia immaturità ed io per il suo desiderio di maturità. Il nostro sentimento è esploso con arroganza come una sfida alla mediocrità ed alla rinuncia. E' nato tinto di paura proprio come una mattina calda di autunno che porta nell'erba brinata la traccia del buio. Anche se ci dicevamo che non stavamo sfidando nessuno e che non dovevamo dimostrare niente a nessuno non era vero. Stavamo sfidando noi stessi, la paura e la brina della notte. Ed il tempo.

Giulia per me è sempre stata la rappresentazione del tempo. Forse per questo è stata da subito così fondamentale nella mia vita. Una volta quando le ho chiesto di parlarmi di lei mi ha scritto "sai che non è cambiato molto". A me è sembrato di leggere disappunto, un misto di delusione ed impazienza.

Credo che anche Giulia sia una che si aspetta sempre qualcosa dal tempo, ma non sa bene cosa.


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