cerco di ingannarlo rimanendo in ufficio ma lui sa che tanto non lavoro.
e questo tempo bastardo sa quando non passare mai e farmi vedere i mesi davanti a me come secoli ma sa anche come stanarmi ogni volta che mi nascondo sperando che non arrivi il momento di fare quello che devo fare.
da mesi passo il mio tempo a sfinirmi di dialoghi interiori come nell'imitazione di qualche attore scarso di qualche dramma psicologico di qualche autore di terz'ordine.
mi pongo ultimatum e poi mi diverto a disattenderli. e poi ricomincio e ricomincia la fuga dal tempo che mi separa dalla scadenza del successivo.
ma lui poi mi trova sempre.
sono stato stanato mille volte. ma ogni volta la vergogna è la stessa.
non ci si abitua.
in realtà, aumenta. Perché il tempo impietoso mi ricorda che dall'ultima volta che mi ha trovato lui, tempo, è passato.
E mi ricorda che la vergogna, quando inevitabilmente il mio inganno sarà smascherato anche agli altri, sarà molto peggiore.
mi muovo in punta di piedi per non fare rumore, mi nascondo sotto le coperte, NON RISPONDO AL TELEFONO ma non serve a niente.
-non l'ho ancora fatto. lo devo fare. non lo farò neanche oggi-
ogni giorno inizia così.
un ritorno in grande stile, direi. Dopo anni di silenzio si torna con la consueta verve ed il tono sempre lieve e sbarazzino.
bene. d'altronde se uno utilizza un blog come pattumiera dei propri stati d'animo non è che può essere tanto diverso.
è che io non faccio la differenziata.
3 commenti:
Un rientro in grande stile, non c'è che dire.
Ti esprimi con grande intensité e coraggio: ora si tratta SOLO di trasferire il tutto in azione.
Che osservazione banale, la mia.
In un momento simile mi sono comprata questo libro soltanto per il titolo: "Inseguendo l'ombra, il tempo invecchia in fretta", di Tabucchi.
Il libro non è un granchè ma il frammento presocratico...beh, tenetelo.
Credo di aver scattato anche un'immagine ad hoc
http://www.flickr.com/photos/35022629@N04/4279314923/in/set-72157623223188166/
sei uomo spigliato
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